La formaldeide

Può ovviamente succedere anche a noi adulti che da qualche giorno si può avere un po’ di mal di testa. Oppure del mal di gola, o comunque, un senso di malessere generale. Magari date la colpa al freddo, pensate subito al male di stagione. E invece il motivo vero potrebbe essere un altro: lo shopping. Avete comprato un capo di abbigliamento nuovo, lo avete subito indossato senza prima lavarlo e… oplà: non vi sentite bene. Come può essere possibile?

Allergia alla formaldeide

Se davvero non è colpa dell’influenza, il vostro malessere potrebbe essere una reazione allergica a sostanze come la formaldeide. Si tratta di un composto molto usato in diversi settori dell’industria: nei mobili, nei cartoni della pizza, nelle sigarette… Nell’abbigliamento questo battericida serve a rendere i tessuti più resistenti alle rughe e meno facili a restringersi. Sul corpo umano la formaldeide (riconosciuto come potenziale cancerogeno già dal 1995) potrebbe provocare problemi di vario tipo: irritazione delle mucose degli occhi, delle prime vie aeree e irritazione della pelle. Ecco perché diventa fondamentale lavare un capo appena comprato prima di indossarlo: l’ideale sarebbe un paio di volte a 60°.Negli Stati Uniti, si è calcolato che il 9% della popolazione soffre di allergia alla formaldeide.Non è colpa dei fabbricanti, perché i livelli di questa sostanza nei tessuti rispettano i limiti imposti dalla legislazione internazionale; ci sono eccezioni pericolose, però: anni fa, in Italia, l’associazione dei consumatori Aduc si rivolse all’allora ministro della Salute, Livia Turco, per avere chiarimenti sulle quantità usate e sui potenziali rischi dopo che si era diffusa una notizia su vestiti alla formaldeide provenienti dalla Cina.

Ma quanto sono sporchi i vestiti nuovi…

C’è anche un altro motivo, più ovvio, per cui è sempre consigliabile lavare un vestito appena comprato, prima di acquistarlo: l’igiene. Oltre al fatto che può essere stato indossato per provarlo da qualcun altro prima di voi, ospita sicuramente, germi di qualunque tipo, dai batteri provenienti da secrezioni respiratorie (tosse e starnuti), alla flora batterica tipica dell’epidermide, ai batteri fecali, addirittura flora batterica vaginale e lieviti. Non ci credete? E invece è stato riscontrato al termine di un’analisi approfondita su alcuni capi di abbigliamento (maglieria intima, pantaloni, maglioni) acquistati presso tre frequentatissime catene commerciali Usa dallo staff della Division of Microbiology and Immunology della New York University coordinato da Philip Tierno. La carica batterica individuata nei capi di abbigliamento si è rivelata notevolmente superiore alla media degli oggetti di uso quotidiano.

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